ASSE I La gestione integrata e certificata delle risorse forestali
Il tema della gestione integrata e certificata del patrimonio forestale (2° comma punto f) dell’art. 72 della L. 221/2015) si misura con l’esigenza, ormai impellente e non ulteriormente procrastinabile, di esplicitare con convinzione la nuova centralità programmatica assunta dalla copertura forestale nel panorama nazionale.
Il Bosco rappresenta ormai la copertura maggioritaria degli usi del suolo del territorio, tanto a livello nazionale, dove il primato è recentissimo, quanto nel territorio di progetto della montagna appenninica reggiana, dove la prevalenza forestale è sicuramente più antica ma non per questo meglio rappresentata e presidiata.
Il bosco rappresenta infatti una componente ancora del tutto marginale della economia nazionale anche quando gli impieghi di materiale legnoso alimentano settori tutt’altro che trascurabili dell’economia nazionale come è, da sempre, per il settore del mobile arredo, sempre più per quello delle costruzioni e, con configurazioni fortemente modificate rispetto al passato, anche per quello energetico generando fabbisogni ingenti ma serviti quasi esclusivamente dalle importazioni.
Non casualmente la direzione che incardinava la presenza del tema forestale nell’assetto organizzativo dello Stato italiano si intitolava al tema “delle Foreste e della Economia Montana”, come si chiama la Direzione Generale competente.
L’azione progettuale del Programma Operativo Green Community si assume la responsabilità di introdurre per la prima volta il tema forestale nel quadro di azione programmatica delle Istituzioni locali dell’Appennino Reggiano nel loro complesso.
Per farlo si snoda lungo due distinte linee di azione, entrambe prioritarie e diversamente focalizzate nel territorio montano a cogliere i caratteri dominanti nei due principali quadri paesaggistico-ambientali che lo caratterizzano.
Nelle aree più alte dell’Appennino, in presenza di estese proprietà forestali pubbliche e di importanti beni collettivi a destinazione silvo-pastorale, il bosco ha – nei Consorzi Forestali di primo e secondo grado - una propria soggettività, riconoscibile per quanto imperfetta e non del tutto adeguata alle sollecitazioni del presente.
Lo sviluppo e il consolidamento della azione pilota promossa dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano per la costituzione di una piattaforma di compravendita dei crediti di sostenibilità generati dalla gestione forestale (https://creditisostenibilita.it/), viene posta dall'azione che caratterizza la Scheda Progetto n. 1 del Programma Operativo della Green Community La Montagna del Latte, in stretta relazione con la realizzazione di interventi di pianificazione e gestione selvicolturale orientata alla sostenibilità da parte dei Consorzi Forestali presenti in questa porzione più elevata del territorio di progetto, organizzati come si è detto, attorno a grandi nuclei di proprietà pubbliche e collettive, raggruppati in un unico Consorzio Forestale di secondo grado.
L’azione di consolidamento organizzata dalla Scheda Progettuale e sostenuta dalle risorse rese disponibili dalla green community, è finalizzata innanzitutto all’estensione delle superfici forestali certificate per la gestione forestale sostenibile/responsabile e che quindi, proprio a seguito e per effetto di questa certificazione, possono accedere alla piattaforma di scambio dei crediti di sostenibilità.
L’ambito della green community è anche quello più idoneo a valorizzare lo specifico contenuto della certificazione rivolto ad evidenziarne il contenuto in termini di servizi eco-sistemici e a favorirne la emersione in termini di Pagamenti per i Servizi Ecosistemici ed Ambientali (PSEA), identificati dall’art. 70 della stessa Legge 221/2015 che ha istituito le Green Community.
Nel quadro della media montagna e del suo esteso margine collinare, integrando a tal fine nel territorio di progetto della Green Community, oltre al territorio dell’Unione, anche quello dei tre comuni di Baiso, Viano e Canossa, la strategia forestale locale rivolge la sua attenzione al sostegno e promozione della associazione fondiaria per la gestione di estesi comprensori boscati, di predominante proprietà privata.
Siamo qui in presenza non solo di assetti istituzionali diversi (prevalenza della proprietà privata, elevato frazionamento della stessa), ma anche di formazioni forestali e di processi evolutivi del tutto differenti.
Nel corpo centrale della montagna e nel suo margine collinare, dove l’utilizzazione prevalente è quella agricola delle foraggere avvicendate destinate a sostenere la dominante filiera zootecnica del Parmigiano Reggiano di montagna, la presenza del bosco è essenzialmente l’esito da un lato di processi di abbandono e inselvatichimento del castagneto da frutto e per altro verso della retrocessione alla vegetazione spontanea (cespuglieti in evoluzione verso formazioni forestali) di coltivi marginali poco produttivi, oggi privi di qualsiasi gestione colturale e generatori per questo di pesanti condizioni di degrado e di rischio ambientale come della perdita di valore – economico e degli stessi servizi eco-sistemici.
Il tema di una gestione forestale integrata e certificata è qui più complessa e articolata e passa necessariamente attraverso processi affatto banali di ricostituzione di unità gestionali significative che consentano innanzitutto la pianificaziuone della gestione forestale, la sua certificazione in termini di sostenibilità e la sua successiva implementazione.
È in gioco il tema dell’associazionismo fondiario che ha trovato risposte diversificate nella realtà dei diversi contesti programmatici e normativi delle regioni italiane, alcune delle quali di particolare interesse, intrecciandosi con altre innovazioni normative recentemente apportate sul fronte della gestione forestale come quella del “Contratto di Foresta” introdotto dall’ art. 35 bis del D.l. del 31 maggio 2021, n. 77 coordinato con la legge di conversione 29 luglio 2021, n. 108, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 30 luglio 2021: “Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.
L’azione progettuale messa in campo al riguardo dal Programma Operativo della Green Community “La Montagna del Latte” assume come riferimento importante della propria azione al riguardo l’esperienza del Consorzio Forestale del Medio Appennino Reggiano, protagonista di un'azione pilota in questa direzione il cui nucleo centrale è castagneto di Marola, una più vasta proprietà ecclesiastica presente attorno ad una abbazia benedettina divenuta nel tempo centro formativo e spirituale di grande importanza e rilievo.
L’azione è rivolta ad intervenire con percorsi di ricerca azione nella realtà di altri tre contesti territoriali del medio appennino, segnati dalla presenza di strutture associative di impronta comunitaria per promuovere la costituzione di nuove forme associative di gestione fondiaria (sulla scorta delle esperienze condotte e delle innovazioni normative già richiamate con la conseguente redazione degli strumenti di pianificazione e di certificazione della gestione che avviino le fragili formazioni forestali generate dai processi di abbandono già richiamate ad una gestione efficace avendo una particolare attenzione tanto alla utilizzazione energetica delle biomasse vegetali prodotte dalla stessa azione di recupero e rigenerazione forestale, quanto attraverso lo sviluppo di forme sostenibili di fruizione escursionistica dei territori interessati che ne valorizzino i caratteri paesistici ed ambientali.