
Il 12 settembre 2022 alle ore 20.30, presso il Cinema Teatro “Bismantova” di Castelnovo ne’ Monti, nell’ambito della rassegna TeatroParola , sarà presentato il libro del Dott. Giampiero Lupatelli ‘La Montagna del Latte e le Altre’.
La Montagna del Latte (e le altre) è il diario di una lunga frequentazione della Montagna Italiana. Una frequentazione professionale che invece di scorrere lungo i sentieri dell’escursionismo alpinistico o i cammini dell’attenzione culturale alla tradizione storica e religiosa, si è rivolta alle istituzioni sociali ed economiche della montagna. Ha cercato risposte alla propria curiosità nei piccoli comuni, nelle Comunità Montane e nelle Unioni, nelle scuole e nei presidi sanitari, nelle sedi delle associazioni di rappresentanza, nelle imprese e nelle cooperative. Nei luoghi dove scorre la vita delle comunità, in un flusso che, tante volte nell’arco del secondo dopoguerra, ha corso il rischio di inaridirsi e scomparire e altrettante volte ha saputo trovare nuove strade e riemergere per proporsi alla attenzione del Paese.
Le montagne italiane sono molto diverse tra loro. Il loro essere rimaste al margine o al di fuori del grande vento di crescita e standardizzazione imposto dal fordismo, nella crescita urbana e industriale che ha segnato il miracolo economico del dopoguerra, le ha consegnate alla condizione che Tolstoj attribuisce alle famiglie. Quella per cui “Tutte le famiglie fortunate lo sono allo stesso modo. Delle famiglie sfortunate ognuna lo è a modo suo.” Vale anche i territori.
Frequentare le montagne italiane per scoprire con gli attori sociali che le popolano i sentieri possibili di uno sviluppo economico e civile tutt’altro che scontato, per costruire con le gracili istituzioni locali la voce con cui interpellare le politiche regionali, nazionali ed europee e convincerle a dedicare attenzione, ancor prima che risorse, a questo mondo tutt’altro che modesto o marginale nella geografia del Paese, se qualcuno di quelli che lo dirige ne avesse almeno una consapevolezza matura.
Tra le Montagne, ciascuna diversa e ciascuna con le sue diverse criticità, una ha occupato uno spazio particolare nella vita dell’autore. È la montagna del Latte.
L’Appennino occupa una parte molto rilevante della estensione territoriale della provincia di Reggio Emilia, dal crinale spartiacque che la separa – e per tanti versi la unisce, basti pensare al vino e alla poesia – dalla montagna toscana della Garfagnana, ai contrafforti pedemontani, ancora lontani della Via Emilia, sui quali si è distesa la trama dell’incastellamento matildico.
Montagna del latte per la presenza tenace e pervasiva di un allevamento zootecnico tenuto in piedi dalla tradizione del Parmigiano Reggiano che ha saputo rielaborare più volte le sfide della modernità tenendo fede alla tradizione di una produzione antica e artigiana.
Il libro parla dei caratteri economici e sociali di questo territorio e del suo popolamento. Dei modi in cui processi produttivi e tradizioni culturali si sono incarnati nelle forme del paesaggio. Della elaborazione di progetti e strategie con le quali il territorio affronta le prospettive incerte di una stagione di transizione ecologica e di transizione digitale. Anche, come la pandemia ci ha mostrato con evidenza, di transizione verso nuove economie della vita nelle quali salubrità e benessere saranno al centro delle nostre attenzioni e le montagne, forse, potranno giocare nuove carte.
Il libro parla della Montagna del Latte e delle altre. Da Bismantova, all’ombra – carica di suggestioni letterarie e di sollecitazioni emotive – della Pietra, lo sguardo del volume si spinge alle altre montagne italiane, consapevole che, nonostante le diversità spiccate di ognuna, “nessuna montagna è un’isola”. Successi e fallimenti di ogni territorio maturano anche nelle condizioni di un contesto – economico e politico – assai più esteso di cui occorre piena consapevolezza. Di qui si snoda il confronto con le altre montagne, nel cammino, arbitrario e casuale, segnato dalla esperienza professionale dell’autore che le ha attraversate costruendo incontri con economie e società diverse e con le biografie degli attori che in ciascuna di queste si sono proposti come protagonisti.
Giampiero Lupatelli, economista territoriale, si è formato ad Ancona con Giorgio Fuà e Massimo Paci. Da quaranta anni si occupa di politiche territoriali collaborando con Osvaldo Piacentini e Ugo Baldini nell’alveo della tradizione urbanistica di CAIRE, la più antica società professionale d’Europa in forma cooperativa. Ha partecipato alla redazione del Progetto Appennino della Regione Emilia Romagna, all’Atlante Nazionale del Territorio rurale per il Ministero delle politiche Agricole, al progetto Appennino Parco d’Europa (APE) per il Ministero dell’Ambiente, alla Strategia Nazionale per le Aree Interne.