
Venerdì 26 agosto presso l’Istituto Alcide Cervi di Gattatico, all’interno della XIV edizione della scuola di paesaggio Emilio Sereni, nello spazio dedicato all’istruzione, si è tenuto un importante incontro dal titolo: “Educare al paesaggio, sul tema dell’educazione al paesaggio e dell’immaginazione dei paesaggi del futuro, finalizzato all’elaborazione di percorsi sperimentali e progetti didattici”.
Il laboratorio è stato coordinato da: Ilaria Perusin (tsm|step Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio di Trento), Fabrizio Frignani (geografo, Strategia nazionale Aree Interne), Mario Calidoni (Ministero Istruzione).
Fabrizio Frignani, coadiuvato da Simona Lazzari dell’Istituto Comprensivo di Casina Carpineti, ha presentato il percorso sperimentale, che è stato avviato nello scorso anno scolastico in alcune scuole della Snai Appennino Emiliano. Il progetto dal titolo “Imparare a leggere il paesaggio” , organizzato sulla base di un curricolo verticale dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado, è stato sviluppato attraverso laboratori, tramite i quali si è potuto articolare in ogni singola classe specifici percorsi, capaci di condurre in senso più generale, ad una pedagogia del-nel paesaggio. Alla base vi è un modello che, tra didattica innovativa e apprendimento maieutico, trasforma il paesaggio da materia scolastica ad ambiente, spazio, laboratorio, dove attraverso esperienze, si apprende in modo pluridisciplinare. Così facendo si può attivare quel cambio di visione e di approccio all’ambiente educativo, che meglio si adatta ai continui cambiamenti sempre più rapidi e accelerati della nostra società, in quanto i ragazzi di oggi hanno bisogno di nuovi schemi per acquisire ed utilizzare la conoscenza. Di conseguenza, chi si occupa di educazione deve farlo attraverso nuovi modelli, nuovi strumenti, ma soprattutto all’interno di diversi spazi di apprendimento ancora tutti da esplorare. Vivere esperienze nel paesaggio, permette di coinvolgere maggiormente gli studenti nel processo di apprendimento, diventando loro stessi protagonisti attivi e non recettori passivi, di una comunicazione monodirezionale e soprattutto ancora troppo gerarchica dove tutto deve essere sotto controllo, lezione compresa. Il paesaggio è l’ambiente educativo dove si rende tangibile la pratica del pensiero visibile, che diventa tale nel momento in cui si lavora collaborando con gli altri, riportando ogni attività ad essere una vera è propria social activity.
Parlare di paesaggio con una lezione frontale, può essere sufficiente per elaborare e realizzare una pedagogia del-nel paesaggio? Oppure può essere più funzionale portare gli studenti a fare una passeggiata? La risposta ad entrambe le domande è no. Apprendere nel paesaggio significa riprendere un cammino che ha permesso inconsapevolmente all’uomo nel tempo, spostandosi da un luogo all’altro, esplorando e conoscendo spazi e mondi sconosciuti, di evolversi. In questo modo, il paesaggio diventa così quello che è sempre stato, un ambiente educativo in cui senza sosta gli uomini hanno vissuto esperienze, tramite le quali hanno appreso ed imparato, oltre che a relazionarsi con ciò che li circonda.
I risultati del progetto verranno presentati pubblicamente in occasione della rassegna “TeatroParola” nella serata di MARTEDI’ 27 SETTEMBRE ORE 20,30 presso il Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti.
Ringrazio Simona Lazzari del bellissimo progetto realizzato, che proprio in questa occasione è diventato il caso studio, una fiaba sulla piantata, in collaborazione con la collega Mariagrazia Zanni ed i suoi studenti della classe terza di Carpineti.
Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente tutte le persone, colleghe/i, studentesse e studenti di ogni età incontrati in questa prima fase del progetto, con le quali ho condiviso momenti straordinari, inaspettati, emozionanti. Momenti che mi hanno permesso di capire che il mondo della scuola è un insieme unico e speciale, purtroppo sconosciuto ed incompreso dai più che non lo vivono o semplicemente lo guardano da fuori. Metaforicamente mi sembra di leggere la stessa condizione con cui i cittadini in generale vivono il paesaggio, sconosciuto e incompreso; eppure la scuola ed il paesaggio sono lì, presenze silenziose, ma presenti.