
In questo particolare periodo storico, che molti ricercatori stanno definendo come “Antropocene”, cioè un’era in cui l’influenza dell’uomo sulla Natura è diventata sproporzionata e problematica – tanto da portare addirittura all’attuale crisi climatica – diventa urgente ripensare il modo in cui concepiamo il mondo e noi stessi in relazione ad esso. Occorre una nuova Filosofia, o meglio un ritorno ad un modo antico e originario di porsi in relazione con l’esistente, che punti al superamento della distinzione Io-Tu, radice dell’oggettivazione del mondo, del suo utilizzo in senso strumentale e sbilanciato, e della costante ricerca di un Avversario, individuato nell’Altro da sé. Un rinnovato modo di pensare conduce invece ad una percezione unitaria tra sé e gli altri, tra umani e natura, fondando così una diversa etica e pratica di vita, più saggia, responsabile e consapevole. Un’etica sana che produca effetti positivi al Pianeta e a chi lo abita, conducendo a una maggiore serenità ed equilibrio.
Questa è l’idea che ha animato il progetto della nostra scuola. La consapevolezza della fitta e complessa rete che collega le nostre azioni e la nostra visione del mondo a tutte le altre cose, ci impone di superare le distinzioni fra discipline nell’idea di un sapere-sentire che sia in grado di accompagnare davvero ragazzi e ragazze a conoscere se stessi, la propria società e l’ecosistema come parti di una totalità.
La grossa difficoltà, quando si vogliono calare attività come queste nel contesto della Scuola Secondaria, è quello di riuscire a farlo salvaguardando la specificità delle varie “materie” di studio, cosicchè il percorso sul tema della sostenibilità non resti relegato ad una singola disciplina, fosse anche “Educazione civica”; abbiamo pertanto pensato di progettare “come un bosco”: un bosco è un ecosistema complesso, in cui la biodiversità è l’elemento vincente e la relazione fra esseri viventi differenti genera un tutto che è maggiore della somma delle sue parti. Scienze Naturali, ma anche Filosofia, Letteratura, Storia dell’Arte… ogni diversa disciplina ha portato nutrimento al progetto nella sua propria specificità, come diverse radici portano nutrimento all’albero. Ogni insegnante ha quindi elaborato un particolare progetto, che convergesse con gli altri verso alcune finalità comuni: offrire ai partecipanti l’opportunità di sperimentare un modo diverso di essere in relazione col mondo, la natura, se stessi e gli altri viventi, in una prospettiva autenticamente e sentitamente ecologica; sperimentare l’idea di ecologia come logica dell’abitare l’oikos, la casa-mondo, in una prospettiva inclusiva e sociale; conoscere il territorio, la sua cultura e la sua storia, per abitarlo in modo sostenibile, valorizzando le risorse locali.
Si è lavorato tramite l’outdoor education, ma anche col dialogo, il teatro, la musica e il corpo: i docenti hanno condiviso l’idea che la molteplicità di stimoli fosse ciò che poteva davvero operare una trasformazione di punto di vista nei ragazzi e nelle ragazze, nell’idea – propria della “Ecologia Profonda” – che molto più di una serie di “buone pratiche” la rivoluzione ambientale sia possibile solamente attraverso un mutamento della propria relazione col mondo. Parliamo di una relazione – ovviamente – che non ha a che fare solamente col rapporto fra “umano” e “non-umano”, ma in generale fra l’Io e l’Altro.
Purtroppo, il sopraggiungere della pandemia di COVID-19 ha bloccato il progetto – così come era stato pensato – e ha impedito di realizzare molte delle cose che erano state originariamente programmate (come un evento di restituzione finale), tuttavia lo scambio e l’esperienza maturata hanno portato i docenti a ripensare l’approccio didattico e il progetto stesso; è così che si è sviluppata l’idea di potenziare la didattica all’aperto presso l’Istituto, iniziando ad adeguare l’area esterna per dare la possibilità di realizzare una educazione non solamente cognitiva, ma anche esperienziale, estetica ed etica.