
Sono Patrizia Tincani, ho 52 anni, 2 figlie, un marito e un cane. Ho una formazione di tipo tecnico: diploma di Geometra e laurea in Scienze Geologiche ed insegno matematica e scienze alla scuola secondaria di 1° grado di Toano, dove insegno da 4 anni. Abito a Felina ma la mia casa del cuore si trova a Civago, dove ho abitato stabilmente fino a 8 anni fa e dove trascorro i miei momenti di vacanza. Mi piace camminare, leggere, stare con gli amici.
La mia carriera nel mondo della scuola è iniziata tardi, alla soglia dei 40 anni, un pò per caso. Dopo la laurea ho infatti intrapreso la libera professione come geologo, attività che ho continuato a svolgere durante i miei lunghi anni di precariato.
I miei primi passi nel mondo della scuola sono stati pieni di dubbi e difficoltà: per molto tempo mi sono chiesta se questo era il lavoro che volevo svolgere, soprattutto in relazione alla mia non più giovane età. Ma poi la scuola mi ha “assorbito” in modo totale e definitivo: lavorare a scuola è uno stimolo continuo a fare meglio, una sfida con te stessa per risolvere problemi, aprire brecce, abbattere muri. La scuola è un luogo di persone, ricco di incontri, relazioni, sguardi.
All’interno del gruppo sostenibilità dei “Laboratori diffusi” ho trovato la possibilità di lavorare su tematiche a me care: la cura del bene comune, declinata nelle sue varie forme, è un tema che mi ha sempre appassionato, già da bambina mi interessavo di inquinamento e partecipavo alle iniziative di comunità. Nella mia progettazione didattica le parole che compaiono più spesso sono: consapevolezza e responsabilità: conoscere per prendersi cura (dell’ambiente, delle persone, di se stessi); conoscere per trovare le soluzioni; conoscere per promuovere il cambiamento.
Per promuovere la conoscenza è indispensabile che le giovani generazioni tornino ad osservare la natura e l’ambiente che li circonda, a farsi domande sul perché dei fenomeni naturali, a manifestare curiosità e stupore di fronte alla bellezza della natura. Hanno bisogno di “vedere” quello che c’è fuori da casa, fuori da scuola, hanno bisogno di sapere che quello c’è è prezioso, che va salvaguardato e che ognuno di noi ha il dovere di prendersene cura.
Nella pratica didattica penso che le metodologie più efficaci siano quelle attive; tra queste prediligo il laboratorio all’aperto, in cui gli studenti possono fare esperienza, osservare, toccare con mano. Nella formazione SNAI dello scorso anno sono rimasta folgorata dall’idea del “Km0 educativo” da cui è nato il progetto del nostro Istituto Comprensivo di quest’anno non a caso intitolato: “La scuola fuori dalla scuola”. Con questo progetto si voleva aprire le porte della scuola per fare uscire.
Nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria sono molto soddisfatta, soprattutto per quello che il nostro Istituto Comprensivo sta riuscendo a realizzare quest’anno: negli anni precedenti abbiamo avuto tante difficoltà, che non ci hanno permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati. Sono contenta per le esperienze che i nostri studenti stanno vivendo sul territorio, per la partecipazione dei colleghi, per le occasioni di formazione che ci state offerte all’interno della progettazione ambiente dei “Laboratori diffusi”.