
La “Montagna del Latte” è il marchio con il quale l’Unione dei Comuni dell’Appennino Reggiano (e l’intero territorio che questa istituzione rappresenta e organizza) ha costruito il suo accreditamento nel panorama italiano delle buone pratiche di sviluppo locale delle aree montane ed interne, cogliendo l’opportunità offerta dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI).
Ieri mattina, in teatro a Castelnovo ne’ Monti, si è tenuto un seminario di approfondimento tecnico a cui sono stati invitati i Sindaci e i principali stakeholder. La “Montagna del Latte” si è così interrogata, sulle ragioni che hanno prodotto il suo riconoscimento da parte del Governo come una delle tre aree pilota nazionali selezionate per mettere a punto e lanciare, con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’investimento sulle “Green Community”, cioè sulle comunità della montagna italiana che fanno della valorizzazione delle risorse naturali la leva del loro progetto di sviluppo locale. Insieme, per delineare le linee di avanzamento di una strategia con cui dare concretezza a questa visione, mettendo in campo una azione di investimento, di animazione sociale, di comunicazione e formativa, forse ancora più impegnativa e sicuramente non meno importante, di quella sperimentata con la SNAI
Accolti da Tiziano Borghi, Presidente dell’Unione e introdotti dalla relazione di Enrico Bini, Sindaco di Castelnovo e referente SNAI, ne hanno parlato Domenico Turazza (Direttore del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale), Fausto Giovanelli (Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano), Enrico Bussi (Consorzio Forestale Medio Appennino Reggiano), Gabriele Locatelli (Associazione Oltreterra), Emanuele Ferrari (referente SNAI per le politiche educative), Giovanni Teneggi (Direttore Confcooperative) confrontandosi con player nazionali come ENEL e IREN e raccogliendo i commenti (e l’apprezzamento!) di Marco Bussone (Presidente nazionale UNCEM), Barbara Lori (Assessora alla Montagna della Regione Emilia Romagna) e Giovanni Vetritto (dirigente del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri).
Si è parlato di boschi e foreste, affrontando i temi della loro valorizzazione nelle filiere produttive e nel riconoscimento dei servizi eco-sistemici offerti all’intera comunità, e quelli della ricomposizione paziente della estrema frammentazione delle loro proprietà; si è parlato delle esperienze avviate e da sviluppare per migliorare le condizioni di sostenibilità delle filiere zootecniche del parmigiano reggiano di montagna e del latte ovi-caprino attraverso una gestione delle culture foraggere che ne migliori la capacità di fissare carbonio e la biodiversità, si è parlato di energia da fonti rinnovabili e delle innovazioni tecnologiche (smart grid) e organizzative (Comunità energetiche) necessarie per una loro diffusione sempre più capillare. Si è parlato anche della azione educativa e di animazione sociale indispensabile per radicare i valori e le culture della sostenibilità nella consapevolezza e nei comportamenti della comunità.
La giornata di ieri ha fatto registrare un confronto partecipe e attento delle istituzioni locali, ha riscosso attenzione e disponibilità degli attori regionali e nazionali e invita tutti ad agire con convinzione e ottimismo per un pieno coinvolgimento della comunità locale in questa prospettiva di “comunità verde”. Una prospettiva che, ad un tempo, presenta un alto valore simbolico e ideale ma che può anche assicurare un impatto rilevante e positivo sulla economia dei nostri territori montani, rafforzando la loro capacità di negoziare efficacemente con le realtà urbane e con le grandi agenzie nazionali dell’energia e dell’ambiente.