
L’agricoltura, in particolare i suoli agricoli, possono avere un ruolo cruciale sulla mitigazione dei cambiamenti climatici; il carbonio organico costituisce infatti il 58% della sostanza organica del suolo, il che lo rende la principale forma di stoccaggio di carbonio organico esistente, e si stima che un aumento del 4 per 1000 dello stock di Carbonio organico nel suolo delle terre coltivate a livello mondiale potrebbe bilanciare il gap che c’è tra le emissioni di CO2 di origine antropica e la
capacità di assorbimento degli oceani e delle foreste. Il suolo ha quindi un ruolo chiave nella regolazione del clima. In questo contesto, LIFE agriCOlture, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attualmente in corso nell‘ Appennino tosco-emiliano, si pone l’obiettivo di limitare le perdite di carbonio in atmosfera e aumentarne il sequestro, grazie all’applicazione di buone pratiche agricole e di prevenzione del dissesto che siano rispettose del carbonio organico conservato nel
suolo. Il progetto ha individuato un pacchetto di 63 buone pratiche derivate da altre esperienze di ricerca e le sta sperimentando in 15 aziende agro-zootecniche dimostrative nell’area montana dell’Appennino, nelle province di Parma, Reggio Emilia e Modena per valutare quanto e come queste tecniche agronomiche siano utili nella salvaguardia del suolo. I terreni delle 15 aziende sono stati analizzati relativamente allo stato di degrado del suolo, al livello di emissioni di gas serra e
alle pratiche agricole in uso, per delineare la situazione di partenza e nel corso del progetto saranno messi a punto strumenti per la contabilizzazione di emissioni e sequestri dei gas serra per valutare la situazione alla fine delle attività. Inoltre, LIFE agriColture prevede di mettere a punto uno strumento di governance territoriale che riconosca agli agricoltori che adottano queste modalità di gestione virtuose dal punto di vista della sostenibilità ambientale il ruolo di “Custodi del suolo” e una remunerazione economica per i benefici prodotti a vantaggio della collettività. Il progetto prevede infine la realizzazione di un piano di comunicazione per la divulgazione dei risultati ad altri agricoltori e allevatori, ai tecnici aziendali, alle associazioni di categoria, ai decisori politici, ai produttori e in generale alla popolazione.
FRANCESCA MORETTI
Laureata con lode in Scienze della Produzione animale all’Università di Bologna e con un Master in Sviluppo sostenibile e gestione dei sistemi agro-ambientali, ha
iniziato a collaborare con il Servizio naturalistico del Parco regionale dell’Alto Appennino reggiano con un contratto nell’ambito di un progetto LIFE sulla conservazione del Lupo; successivamente è entrata a far parte del personale del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano dove si occupa, all’interno del servizio Conservazione della Natura, della gestione delle istruttorie tecniche per autorizzazioni e valutazioni di incidenza, della redazione e gestione di progetti di valorizzazione del territorio e tutela della biodiversità finanziati da programmi europei ( Piano di Sviluppo rurale, INTERREG, LIFE) e ministeriali. Referente dal 2007 per il Parco nazionale sul tema degli incendi boschivi, ha redatto il Piano Antincendi boschivi del Parco e si occupa annualmente dei relativi aggiornamenti. Ha
curato la realizzazione delle due edizioni della Carta escursionistica del Parco.
MERCOLEDI’ 13 APRILE ORE 17,00
Link di ingresso: https://us06web.zoom.us/j/87666360017