
Le evidenze genetiche e paleobotaniche mostrano l’incredibile rilevanza delle piccole popolazioni di conifere dell’Appennino settentrionale dal punto di vista storico,
evolutivo e conservazionistico, e l’altrettanto estrema urgenza di azioni concrete volte a preservare il loro elevato potenziale adattativo. Le loro caratteristiche genetiche peculiari, infatti, potrebbero rivelarsi cruciale per l’adattamento al cambiamento climatico degli ecosistemi forestali europei negli anni a venire. Abete bianco e abete rosso rappresentano inoltre l’opzione principale per diversificare le foreste che occupano la fascia montana dell’Appennino settentrionale, foreste che sono attualmente estremamente semplificate e dominate dal faggio. La diversificazione degli ecosistemi forestali è correlata a una maggiore resistenza e resilienza ai disturbi biotici e abiotici, a una gamma di servizi ecosistemici più ampia e a una maggiore produttività. I progetti di ricerca tra CNR e Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano sono indirizzati a raccogliere le conoscenze necessarie per conservare efficacemente il patrimonio genetico dei pochi boschi
naturali di conifere rimasti, uno sforzo che potrebbe garantirci la possibilità di gestire, nell’immediato futuro, ecosistemi forestali che mitighino il più possibile gli effetti della crisi climatica in atto.
ANDREA PIOTTI
Andrea Piotti è un ricercatore dell’Istituto di Bioscienze e BioRisorse del CNR di Firenze. Dal dottorato in Ecologia, svolto all’Università di Parma, fino ad oggi si è sempre occupato di genetica forestale, dallo studio delle dinamiche riproduttive degli alberi su scala micro-spaziale, alla quantificazione del flusso genico a grande distanza tramite scambi di semi e polline, alla ricostruzione della storia evolutiva delle principali specie forestali europee a partire dall’informazione genetica. Negli
ultimi anni si è interessato alle conseguenze genetiche della frammentazione dell’habitat di numerose specie forestali, dalle conifere montane al più piccolo degli
alberi, Salix herbacea, in Appennino settentrionale, ad a come tale informazione possa assistere lo sviluppo e il monitoraggio di azioni concrete di conservazione.
LUNEDI’ 21 FEBBRAIO ORE 17,00
Link di ingresso: https://us06web.zoom.us/j/85249283013