
Mi chiamo Paola Bacci, ho 60 anni, sono sposata con Roberto e ho due figlie, Elena e Lucia. Sono originaria di un paese del crinale appenninico: Ligonchio, dove abito per diversi mesi all’anno. Nei mesi invernali, fino all’estate, risiedo a Castelnovo ne’ Monti. Sono laureata in Scienze Forestali. Mi piace camminare in montagna, soprattutto con mio marito, con il quale condivido lo stesso “sguardo” sui luoghi delle nostre escursioni.
Amo la lettura, soprattutto la narrativa e ho la passione del giardinaggio: coltivare e curare le piante, oltre a darmi un grande piacere, mi rigenera e mi permette una condizione di benessere della mente.
Quali sono i motivi per cui hai deciso di lavorare nell’ambito dell’istruzione?
Lavoro nella scuola dal 1987 e da 14 anni sono Preside dell’Istituto Cattaneo-Dall’Aglio. Ho iniziato come supplente, pensando, in primis, all’opportunità di un’occupazione, in seguito ho maturato la consapevolezza che nessun altro lavoro mi avrebbe appassionato tanto. Per ciò che svolgo mi ritengo una persona privilegiata. Spesso dico ai miei docenti che vorrei essere una loro allieva, anziché la loro Preside. Stare a scuola ti invoglia ad imparare, sempre, tutti i giorni.
Quando e come ti sei avvicinata alle progettazioni SNAI Laboratorio Appennino?
Il nostro lungo percorso con il Progetto SNAI – Laboratorio Appennino, è iniziato nella Sala del Consiglio del Comune di Castelnovo ne’ Monti nell’autunno del 2015. Il giorno 26 novembre venne organizzato un incontro con l’allora Ministro alla Coesione territoriale Fabrizio Barca, politico lungimirante e visionario. Riporto uno stralcio del mio contributo per l’occasione:
“Possiamo dire che il nostro polo scolastico superiore rappresenta – per un’area geografica molto estesa – l’unica risposta in termini di offerta formativa. Lavoriamo da tempo per coniugare una scuola di qualità, rigorosa, competitiva e vivace con aspetti di accoglienza e cura dei nostri ragazzi. Sottolineo alcuni aspetti di qualità: una forte identità territoriale e un forte senso di appartenenza; la condivisione di un grande progetto educativo e formativo con tutte le scuole di ogni ordine e grado dell’Appennino (Centro di Coordinamento per la Qualificazione Scolastica) e con gli enti territoriali; la qualità del capitale umano; la ricchezza di progetti e di innovazione didattica”.
Questa sintesi mi pare ancora attuale.
Quali cambiamenti ti aspetti di vedere in futuro grazie al lavoro svolto sulle progettazioni SNAI?
Desidererei una scuola che sappia “coltivare” passioni, interessi e competenze, sempre più integrata e dialogante con il territorio, sempre più aperta alle sfide della contemporaneità. Desidererei che tutti i giovani sentissero la necessità della scuola, come si sente il bisogno di bere, di mangiare o di camminare. Altrettanto per i docenti, sarebbe auspicabile un contesto di lavoro costantemente stimolante, di collaborazione e confronto, supportati nel lavoro da percorsi di formazione e ricerca. Le scuole del Polo Scolastico Superiore della Montagna reggiana dovrebbero essere sempre più attrattive per mantenere vivo questo nostro territorio, così ricco di potenzialità. Ecco con le nostre attività di Laboratorio Appennino vorrei arrivare qui, a questo traguardo tanto ambizioso. I progetti sono delle semine e noi stiamo lavorando per un buon raccolto.
Desidero regalare ai lettori di questa pagina una citazione alla quale sono molto legata, poiché riconoscente alle persone citate:
Giancarlo Cerini in un suo intervento ricorda le parole di Don Milani:
“Le didattiche collaborative e la classe come laboratorio sono il generoso tentativo di trasformare una tensione valoriale, emozionale, etica in un progetto educativo. E noi dobbiamo educare insegnando.”