
Sono Matteo Favali, ho 40 anni e sono docente di Lettere nonché responsabile dei corsi Serali dall’IIS Mandela. Ho studiato al Liceo Scientifico di Castelnovo né Monti, poi ho frequentato la facoltà di Scienze della Comunicazione a Parma, quindi sono passato a Lettere Moderne, sempre all’università di Parma. Nel mentre ho collaborato con alcuni quotidiani locali e nazionali, per poi dedicarmi all’insegnamento. Ho lavorato come educatore, come formatore e infine come docente.
Quali sono i motivi per cui hai deciso di intraprendere la strada dell’insegnamento?
Ho deciso di diventare insegnante perché durante l’università ho iniziato a svolgere il mestiere di educatore, in collaborazione con la Cooperativa CREATIV, per mantenermi gli studi. Ho capito quasi subito che preferivo questa professione a quella di giornalista, probabilmente perché riuscivo ad avere una certa empatia con i ragazzi che seguivo, e senza dubbio perché le soddisfazioni personali erano diverse e maggiori.
Quando e come ti sei avvicinata/o alle progettazioni SNAI Laboratorio Appennino?
Ho iniziato ad interessarmi alla progettazione SNAI fin dal primo momento in cui si è palesata tale possibilità, perché mi pareva che esistessero le condizioni ideali per realizzare un grande cambiamento nelle nostre scuole di Montagna: il passaggio cioè da una didattica statica e trasmissiva a metodologie più dinamiche e affascinanti, costruendo ambienti di apprendimento piacevoli da vivere sia per gli studenti che per gli insegnanti. I fondi della progettazione SNAI ci hanno offerto la possibilità di costruire una scuola che punta ad essere il centro nevralgico per lo sviluppo della Montagna, attorno alla quale implementare servizi, socialità e lavoro. Soprattutto la rete di collaborazione che è venuta a crearsi tra le due scuole superiori di Castelnovo né Monti, penso rappresenti la linea più feconda per un tale progetto di sviluppo.
Quali cambiamenti ti aspetti di vedere in futuro grazie al lavoro svolto sulle progettazioni SNAI?
Mi aspetto di vedere una scuola superiore viva, attraente e bella da vivere nei suoi spazi e nei suoi ambienti, sia per gli studenti che per i docenti. Vogliamo creare una scuola che possa essere un punto di riferimento a livello provinciale, aperta al territorio e che collabora attivamente con esso.
Mi piace pensare che fra qualche anno si venga a creare a Castelnovo né Monti una scuola superiore strutturata come un campus delle idee e dell’innovazione, dove gli studenti abbiano la possibilità di sperimentare ciò che imparano in aula, e possano vivere esperienze didattiche e di socialità inclusiva anche al di fuori degli ambienti scolastici, in paese e nei suoi luoghi di ritrovo.
In questo senso credo che la scuola così strutturata possa rappresentare il vero futuro della Montagna, affinché i nostri luoghi possano (ri)vitalizzarsi e diventare punto di arrivo e di ritorno, piuttosto che di esodo o di abbandono. In tal senso l’investimento sui servizi alla persona credo possa essere l’unico vero investimento possibile.