
Di seguito pubblichiamo un estratto dell’intervento del Dr. Giampiero Lupatelli nell’ambito della XIII Edizione della Summer School dell’Archivio Istituto Emilio Sereni.
In questo essere luogo, attraversato dalla vita, possiamo leggere il complesso sedimentarsi di informazioni, vicende della storia naturale e di quella sociale, biografie e sentimenti. E ritrovarci il messaggio profondo di un paesaggio dell’anima che – in questo nostro sentire – si accompagna e si sovrappone al paesaggio reale e contribuisce a renderlo lontanissimo dalla riduzione meccanicistica alla sua visione come panorama, come immagine di cartolina.
Un paesaggio dell’anima che, soprattutto, ci avvicina ad altre persone che, come noi, traggono dal messaggio che quei luoghi ci rendono, percezioni e sentimenti non (troppo) dissimili dai nostri, convincendoci (illudendoci?) di appartenere ad una stessa comunità di luogo – anche se non ad una comunità di sangue – e tuttavia capace comunque di trasferirci inavvertitamente, come per averle introiettato con il latte materno, attitudini, orientamenti e comportamenti.
Comportamenti che, proprio come quelli di una tradizione premoderna, trascendono il calcolo utilitaristico e, apparentemente, anche l’esercizio individualistico dell’arbitrio libero per avvolgerci in una azione collettiva, tanto più efficace e convinta quanto più si colloca alla micro-scala; una azione collettiva dal cui calore la liberazione prometeica della razionalità economica sembrava averci separato.
Luoghi, dunque, con la complessità infinita delle relazioni che li connettono nello spazio e nel tempo, nella dimensione materiale delle relazioni economiche della produzione e del consumo come in quella delle contaminazioni culturali.
Pratiche sociali di connessione, contaminazione e scambio, rese in un sol tempo più vicine ed immediate tanto quanto più impersonali e più sfumate, dall’ingresso pervasivo delle tecnologie digitali e dalla loro comune pratica ossessiva.
L’intervento completo è disponibile di seguito.