
Intervista di Giampiero Lupatelli a Marco Bussone, Presidente Nazionale dell’Unione dei Comuni e degli Enti Montani (UNCEM)
Giampiero Lupatelli: i mesi che ci aspettano saranno segnati dall’impegno per cogliere la straordinaria e gigantesca opportunità che Next Generation UE offre all’Europa ma soprattutto all’Italia, per ripartire. Caro Marco da dove partiamo?
Marco Bussone: Era il 28 luglio 2020 e a Canosio avevamo appena concluso la presentazione del libro RiAbitare l’Italia, con gli amici Roberto Colombero, Giovanni Teneggi, Antonio De Rossi. A cena nella locanda occitana più affascinante della valle, toccava dialogare di futuro con i commensali al tavolo (senza mascherine e troppi coprifuoco, allora) e contemporaneamente partecipare – benedetta connessione – dall’ iphone alla prima seduta della CIAE dedicata a Next Generation UE.
Roma-Canosio, Palazzo Chigi-Lou Pitavin: 642 chilometri, 8ore e 40minuti. Distanze fisiche e non solo. In Sala Verde, tutti i Ministri, il Presidente (oggi ex) del Consiglio Giuseppe Conte. Il via solenne alla costruzione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La CIAE era una sigla ovviamente conosciuta a quel tavolo di Ministri e Sottosegretari. È la Conferenza Interministeriale degli Affari Europei. PNRR, allora, era una sigla molto meno nota. L’abbiamo imparata a conoscere con il tempo. Ad agosto 2020, un mese dopo, quando sera dopo sera non passava giorno senza una seduta di Comitato tecnico di valutazione (CTV). Per alcuni, con i devices sul lettino della spiaggia.
È stato costruito lì, con la guida del Ministro Vincenzo Amendola, oggi Sottosegretario, il grosso del PNRR. Conte bis, poi Draghi, una lunga traiettoria di progetti, indiscrezioni sui giornali, accuse di svuotacassetti, perfezionamento dei testi, confronto istituzionale, bilaterali. Due Governi, diversi Ministri – Capi di Gabinetto e Capi Dipartimento diversi, ma un lavoro intenso con una continuità amministrativa riconosciuta nella Costituzione e attuata.
Giampiero Lupatelli: Come è arrivata UNCEM a questo appuntamento così importante?
Marco Bussone: Per UNCEM il lavoro svolto nella costruzione di PNRR ha radici lontane. Le proposte al Piano le abbiamo costruite in mesi e anni di lavoro, fino a lanciarle nel dossier UNCEM Non è un elenco della spesa, varato il 15 marzo 2021. Trecento pagine, di esame dei testi, di indicazioni, suggestioni, progetti esemplificativi.
Ma torniamo indietro nelle date: 24 e 25 luglio 2020, Stati generali della Montagna a Roccaraso.
31 gennaio 2020, Stati generali della Montagna al Ministero degli Affari regionali. 27 e 29 gennaio 2020, dibattito alla Camera Dei Deputati e voto sulle mozioni sulla montagna – a vent’anni dagli ultimi dibattiti d’Aula sul tema.
Poi la Piattaforma UNCEM per la Montagna, di febbraio 2020, diffusa ai 3.850 Comuni montani, insieme con il Manifesto di Assisi per un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica, che Symbola aveva varato poco prima del duro lockdown.
Crisi climatica più crisi economica più crisi pandemica. Le conseguenze per i territori, le possibili
risposte, qualche buon modello da seguire, le indicazioni di chi ha fatto e la buona volontà di chi vuol fare. Tutto questo insieme, nei documenti di Uncem, CAIRE, Fondazione Montagne Italia, RiAbitare l’Italia, Symbola, Legambiente… Una bella rete compatta.
Giampiero Lupatelli: questo il percorso. E gli esiti?
Marco Bussone: Cose per i territori – ora è il caso di dirlo – nel PNRR ce ne sono eccome. Come UNCEM proviamo a evidenziare le cose buone che il Piano permette di fare agli Enti locali nelle sue sei missioni e oltre centoventi componenti con il dossier che si intitola, eloquentemente, Non facciamo la somma.
Entrando nel concreto della proposta, UNCEM ha estrapolato qualche pillola di PNRR. Che rilancia e potenzia – come chiesto da noi – la Strategia per le Aree interne e Montane (Missione 5) con 830 milioni di euro, volti in particolare ai servizi sanitari di prossimità e al “potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità.
Si sommano, queste risorse, a 300 milioni di euro, ancora da destinare, previsti per la SNAI dalla legge di bilancio 2020. Tutta la SNAI andrà ripensata- Immaginare le aree interne senza le montagne è un esercizio che non si può fare. Va ripensata, la SNAI, con uno sguardo che superi steccati ed errori del passato. Ma guai a buttarla via. Riprenderla e ridarle slancio è prioritario per il Paese. Perché è una Strategia da leggere in continuità con l’Agenda Rural francese e con il Plan de Recuperation spagnolo.
Nella Missione 4 – scuola e formazione – due riforme sono importanti per i territori: quella degli ITS, che dovranno essere più strettamente collegati con le esigenze delle zone rurali e montane. E la riorganizzazione del sistema scolastico per la quale il PNRR fa riferimento proprio alla montagna. Per agire sui numeri minimi di classi e di istituti scolastici.
Per l’Attrattività dei borghi il PNRR prevede 1,02 miliardi di euro. Riqualificazione degli spazi aperti, servizi culturali, nuovi itinerari, sostegni ad attività culturali, ricreative, commerciali. 600 milioni vanno invece alla “tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”. Una cosa è certa, per UNCEM. No a borghi solo destinazione turistica, si a borghi vitali e vivi, abbiamo detto ai Ministri competenti per materia.
Non facciamo cattedrali, ma supportiamo la forza delle comunità.
Giampiero Lupatelli: le due parole chiave del PNRR sono transizione ecologica e transizione digitale. Come stanno i territori montani in questa prospettiva?
Marco Bussone: I territori non stanno nella transizione digitale. Mentre già stanno nella transizione ecologica – con foreste e acqua, in primis – vogliono stare nella transizione digitale.
La quale vede montagne e paesi molto indietro. Con 6,3 miliardi di euro le misure del PNRR potenziano le reti ultraveloci (banda larga e 5G) come UNCEM aveva chiesto. Si raggiungono così tutte le scuole e anche le case sparse che il Piano banda ultralarga non aveva compreso nelle aree bianche.
Nella Missione 2 del PNRR vi sono 2,49 miliardi di euro per la gestione del rischio alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico. Inutile dire quanto ci servono, non senza semplificare gli strumenti autorizzativi per i lavori. 1,78 sono i miliardi di euro a disposizione per gli investimenti delle aree del terremoto. Previsti non dal PNRR, ma dalla Programmazione complementare, 30 miliardi in una legge dello Stato, che si aggiunge ai 210 miliardi di euro di PNRR. Dentro ci sono anche 30 milioni di euro per le strade delle aree interne. Una novità.
Ancora, per concludere, nella Missione 6, 2 miliardi di euro vanno alle case della comunità e 4 miliardi alla assistenza domiciliare e telemedicina.
Per una sanità territoriale, occorrerà investire sui medici e sui pediatri di base, per evitare buchi nella rete.
Giampero Lupatelli. Questo il quadro del possibile, che è tanto. Ma come riusciremo a rendere il possibile reale?
Marco Bussone: Tutti i pezzetti di PNRR che UNCEM ha provato a smontare e rimontare in una
lettura territoriale, propongono un esercizio che va perfezionato e condotto alla luce di quelle
che saranno le scelte e le modalità attuative. Come si fanno queste cose? Chi le fa? Quale il ruolo dei Comuni beneficiari delle risorse? Quali i tempi? E ancora, come questi investimenti stanno insieme alle riforme, che Bruxelles ha chiesto ai Paesi per dare le risorse. Se ti riformi, dice la Commissione, avrai i miliardi per gli investimenti.
Di certo, gli Enti locali, per attuare alcune di queste opportunità e anche solo progettare una o più opera hanno bisogno di personale. Non solo i grandi Comuni. Non si ripeta l’errore del bando per le 2800 assunzioni al sud, che ad aprile 2021 ha escluso gli Enti con meno di tremila abitanti e li ha poi ricompresi nei “sistemi locali del lavoro”.
Si tengano presenti Unioni di Comuni, Unioni montane, Comunità montane. Pur con difficoltà, da trent’anni i piccoli Comuni hanno imparato a lavorare insieme in queste organizzazioni.
Sono cresciuti superando la frammentazione e qualche debolezza. Non si riparta da zero.
Nel PNRR non c’è una voce per la montagna. In tutte le Missioni e in tutti gli investimenti vi sono risorse destinate ai territori e ai Comuni. Questo avevamo chiesto noi al Governo e lo aveva ribadito il Parlamento nella sua Relazione di marzo.
Ora gli Enti dovranno avere le idee chiare rispetto al percorso che vogliono intraprendere. Il PNRR non dice quale sarà questo cammino. Fornisce strumenti, fondi, missioni, ma non risolve i destini individuali dei territori. Cambia, rispetto al passato, il paradigma assistenzialista e ribadisce che senza strategia (delle green communities, delle montagne, delle aree interne: da leggere insieme e congiunte!) si fa ben poco.
Anche Bruxelles lo chiede da tempo, a Enti locali forti, che si preparano, oltre che al PNRR, alla nuova Programmazione comunitaria, che con la CIAE abbiamo avviato, in quella sera dall’alto di Canosio, in testa alla Valle Maira, laboratorio alpino di un nuovo modello di sviluppo.