
di Giovanni Teneggi, Direttore Confcooperative – Reggio Emilia e Sara Manfredini, Legacoop Emilia Ovest
La chiave comunitaria, insieme all’attesa di intraprendenza, ha ispirato tutta la strategia SNAI dell’Appennino Emiliano.
Il riferimento è a quello spazio terzo nel quale il fare comune degli abitanti abilita soluzioni interessanti lo Stato quanto il mercato, aprendo nuovamente all’opzione territoriale. I riferimenti a questo proposito potrebbero essere molteplici e potrebbero andare direttamente a un genius loci di questa terra. Portano alla luce dinamiche di cooperazione privato/privato, privato/comune e privato/pubblico che ne hanno costituito la storia.
Per dare conto della partecipazione a questa cultura del fenomeno cooperativo basterebbe citare la filiera produttiva del parmigiano reggiano ma scorrendo la SNAI arriviamo, oltre a questa, fino alla più giovane cooperazione di comunità che già dagli anni ’90 ne ha preso il buon testimone.
Non ci soffermiamo sul valore riconosciuto a questo appennino per aver intuito e realizzato fra i primi questo modello affermandone esperienze di notorietà internazionale. Immancabile il riferimento a Valle dei Cavalieri e ai Briganti del Cerreto. La loro presenza attiva all’interno delle rispettive comunità ha rappresentato un chiaro sostegno alla qualità della vita dei loro abitanti e lo sviluppo, per gli stessi, di opportunità inedite di reddito e lavoro. Una serie storica continua di opzioni di resilienza originali messe a disposizione delle persone di fronte a fatti, eventi e circostanze nelle quali il mercato e lo Stato non garantivano soluzioni ugualmente efficaci.
La SNAI non si è limitata a riconoscere questa evidenza ponendosi invece l’obiettivo di consolidarla, amplificarla e diffonderla sul proprio territorio, anche a favore di una sua modellizzazione per la replicabilità. E’ stata quindi attivata la misura che si propone di stabilizzare ed estendere la funzione di protezione sociale degli abitanti, ottenibile attraverso una virtuosa economia di scala, dalle attività e dai mezzi (anche delle persone e della loro expertise comunitaria) delle cooperative di comunità attive.
Una sperimentazione che si svilupperà quindi nei prossimi 3 anni a Succiso e Cerreto Alpi con il coinvolgimento delle rispettive già citate cooperative di comunità, oltre che a Civago con l’attivazione della più recente cooperativa comunitaria Alti Monti. La misura collega e integra le risorse SNAI con quelle LEADER con le quali il GAL Antico Frignano Appennino Reggiano ha pubblicato un bando affinchè tutte le imprese comunitarie del territorio possano sostenere investimenti di nascita e sviluppo. L’obiettivo, seguito fin dalla sua progettazione da Confcooperative e Legacoop con i comuni interessati e l’azienda sanitaria AUSL che collaborerà per l’individuazione di vulnerabilità fra la popolazione ed ogni buona integrazione con i servizi già presenti.
Grazie alla presenza attiva delle cooperative comunitarie si punta quindi a istituire un modello integrato e proattivo di welfare territoriale per le aree più interne e più alte, attraverso il quale sia più semplice per le persone a muoversi, abitare i paesi, raggiungere i servizi, fruire di opportunità culturali e di socializzazione, reagire a incidentalità climatiche e a quel fenomeno dello spopolamento che ancora grava su questi territori. In termini tecnici dovremmo dire di una funzione di care giving comunitaria. In altri termini preferiamo dire di una misura sperimentale di sostegno alle comunità perché, attraverso la cooperazione di chi intende abitarla, reimparino e riprendano ad avere cura di sé.