
Mi chiamo Teresa Capua, ho 53 anni, da molto tempo mi occupo di sviluppo locale e programmazione dei fondi europei e attualmente lavoro per la Regione Emilia-Romagna, in particolare collaboro con il Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici, della Direzione Generale Risorse, Europa, Innovazione e istituzioni, Servizio coordinamento politiche europee e programmazione.
Com’è iniziata la tua avventura con la strategia nazionale aree interne?
Sin dal 2015, per conto della Regione, seguo la Snai e la sua attuazione operativa nelle 4 aree interne pilota emiliano-romagnole. E’ un lavoro che ha richiesto e richiede di mantenere un rapporto costante e costruttivo sia con il Governo nazionale che con le singole aree interne, e di far dialogare diversi settori dell’amministrazione regionale: la sanità, i trasporti, i fondi europei, l’agenda digitale, l’istruzione, il riordino, tutti ambiti che vengono interessati dalle strategie. In questi anni ho seguito più da vicino tutta la lunga fase di elaborazione delle strategie, insieme ai colleghi regionali che fanno parte gruppo di lavoro aree interne e, con loro, abbiamo dato supporto informativo e tecnico affinché le idee si trasformassero in progetti finanziabili attraverso i fondi regionali e nazionali.
Per me è molto gratificante poter svolgere un mestiere dove posso dare un contributo per trasformare le realtà dei territori, risolvere un problema, sperabilmente migliorare le condizioni di vita delle persone: studenti, anziani, agricoltori, giovani imprenditori delle aree interne.
Come consideri l’andamento della strategia nazionale nella nostra regione?
Il processo di programmazione delle strategie e soprattutto quello di sottoscrizione degli Accordi di Programma Quadro con i Ministeri è stato lungo ma ora, finalmente, i progetti si stanno attuando in tutte le aree interne regionali, anche se la pandemia ne ha potuto rallentare l’attuazione. Anche l’attuazione è impegnativa e la Regione si è organizzata per offrire supporto tecnico ai soggetti che devono attuare gli interventi.
Quali miglioramenti/cambiamenti ti aspetti di vedere in futuro?
Io penso che le strategie abbiano consentito agli attori delle aree interne di tracciare una strada di sviluppo da seguire ma anche, e non di minore importanza, di apprendere un metodo per lavorare insieme e fare rete tra sindaci, dirigenti scolastici, dirigenti sanitari, attori sociali, imprenditori, enti di ricerca. La speranza è che questa politica dia un contributo significativo per ridare centralità alle aree interne creando opportunità imprenditoriali, di formazione e di occupazione che motivino le persone a restare o a tornare ad abitare in queste aree. Ma la speranza è anche che gli attori del territorio continuino a lavorare in rete e in maniera coesa, rafforzando la propria capacità di promuovere lo sviluppo delle proprie aree.