
Mi chiamo Giovanni Bergamini, ho 64 anni, e vivo a Parma. Dopo essermi laureato in economia agraria ho lavorato presso l’Università di Bologna e dal 1994 sono un funzionario della Regione Emilia-Romagna. Attualmente opero nella Direzione Generale Risorse, Europa, Innovazione e istituzioni, Servizio coordinamento politiche europee e programmazione. Da molti anni sono impegnato nella programmazione e gestione di piani territoriali attuati con la metodologia della programmazione negoziata. Ho partecipato a tutta la stagione dei programmi d’area (legge regionale 30/96) e quella del QSN del Fondo Sviluppo E Coesione 2007-2013. Da qualche anno, parallelamente alla nascita e alla prima attuazione della lege regionale 5/2018 per la nuova stagione della programmazione negoziata regionale, mi occupo della fase attuativa nell’ambito della Strategia nazionale per le aree interne (Snai). In particolare, mi occupo degli interventi finanziati con risorse nazionali.
Com’è iniziata la tua avventura con la Strategia Nazionale Aree Interne?
La Regione è stata incaricata dallo Stato di gestire le procedure di spesa e di trasferimento delle risorse, accompagnandole con proprie procedure di coordinamento e di controllo. Ho iniziato a seguire la Snai dal 2018 cioè da quando la prima strategia di area, la vostra area, è stata approvata, cercando di usare l’esperienza acquisita per la stesura dell’Accordo di Programma Quadro (APQ). Parallelamente mi è stato chiesto di elaborare un manuale di procedure formali per la richiesta e il trasferimento delle risorse. Con il mio gruppo di lavoro, in collaborazione con l’Agenzia nazionale della coesione sociale, abbiamo aiutato le aree a costruire tutti gli APQ rispettando i formati definiti a livello nazionale e predisponendo degli schemi per la progettazione e la rendicontazione.
Ad oggi, tutti gli APQ della Regione Emilia-Romagna, relativi alla Snai, sono stati sottoscritti: possiamo, ora, parlare di piena attuazione della SNAI e possiamo concentrarci sull’attuazione dei servizi previsti a favore della cittadinanza delle comunità delle Aree interne.
Come consideri l’andamento della strategia nazionale nella nostra regione?
È molto lungo il processo di preparazione e sottoscrizione degli APQ, che coinvolge, oltre alla Regione e agli attori locali, anche molti Ministeri. Gli interventi finanziati con risorse dei Programmi europei sono stati quasi tutti avviati, mentre solo un numero contenuto di quelli finanziati dallo Stato è in fase di attuazione. Questo è legato al fatto che gli interventi connessi ai fondi europei potevano iniziare dopo la Strategia, mentre i fondi nazionali dovevano attendere la firma degli APQ per essere utilizzati. Occorre recuperare il tempo, perché, per tre aree interne su quattro, gli APQ sono stati sottoscritti solo recentemente, nella seconda metà del 2020. Per velocizzare l’attuazione stiamo proponendo agli enti locali e agli altri soggetti attuatori come aziende sanitarie, agenzie di mobilità, scuole anche il supporto e l’assistenza delle strutture della Regione. Certo la pandemia non aiuta e, per questo, ci proponiamo di avere un maggiore contatto diretto con i sindaci e i funzionari comunali.
Quali miglioramenti/cambiamenti ti aspetti di vedere in futuro?
Contiamo di intervenire con delle semplificazioni procedurali e con un maggiore sforzo di coordinamento e di assistenza. Cercheremo di fare in modo che in questo 2021 venga attivata la maggior parte degli interventi programmati con la Snai nelle quattro aree interne, cosicché i cittadini possano vedere i risultati di un lavoro durato anni e che ha visto impegnati tutti gli amministratori, i dirigenti e i tecnici delle aree considerate.
Nella vostra area che è stata la prima a partire questo è già visibile.
In generale, le strategie delle aree interne, per loro natura, sono complesse e sfidanti, ma genereranno progetti innovativi che possono favorire una forte vitalità delle comunità. Nel futuro occorre fare in modo che l’attuazione amministrativa e le sue necessità non vada a depotenziare questi interventi. L’auspicio è che i cambiamenti che le aree si sono prefissati vengano raggiunti, iniziando una spirale virtuosa di maggiori opportunità, soprattutto per i giovani.
Anche vista dalla parte dell’attuazione amministrativa, posso dire che i progetti avviati cominciano a dare i primi frutti.