
Mi chiamo Elisa Anceschi, sono nata a Castelnovo ne’ Monti. Mi sono laureata in Scienze Infermieristiche a Reggio Emilia, ho lavorato prima in ospedale a Castelnovo ne’ Monti per 6 anni e dal 2015 lavoro al Servizio Infermieristico di Castelnovo ne’ Monti.
Quando ad Ottobre 2018 è stata inserita la figura dell’infermiere di famiglia e comunità ho iniziato questa nuova esperienza. Attualmente sono una delle infermiere di famiglia e comunità del comune di Ventasso.
Quali sono state le motivazioni che ti hanno fatto intraprendere la strada dell’infermiere di comunità?
Negli ultimi anni abbiamo assistito a cambiamenti importanti a livello sanitario e, anche a seguito di questa pandemia, i servizi territoriali hanno assunto un ruolo primario. L’infermiere di famiglia e comunità è il collante tra l’ospedale e il territorio, visto la sua presenza giornaliera nei vari ambulatori dei comuni o al domicilio della popolazione.
Lavorando nel Servizio Infermieristico Domiciliare mi sono resa conto che il desiderio di molti, anche nei momenti di sofferenza, è restare al proprio domicilio e nei luoghi dove si è vissuto. Questo mi ha spinto ad accettare questo nuovo incarico per poter essere un aiuto nei momenti di bisogno ma anche un alleato in quelli di svago.
Quali obiettivi ti sei fissato?
Gli obiettivi primari rimangono sempre la promozione e il mantenimento della salute in tutte le fasi della vita ma anche la valorizzazione delle risorse che in ogni comunità sono presenti. Tutto questo avviene grazie al lavoro costante con il Medico di Medicina Generale, con l’Assistente Sociale, con le varie associazione di volontariato che sono presenti sul nostro territorio, con le cooperative di comunità, ma anche con gli organi comunali. Poi, a seconda della persona che seguo, mi prefiggo degli obiettivi specifici che sono basati sulle esigenze emerse nel colloquio con l’utente e cerco, in collaborazione con la rete di cui ho accennato prima, di perseguirli.
Com’è stata la tua esperienza in questo anno e mezzo?
Come tutti i cambiamenti anche questo ha avuto qualche difficoltà iniziale, ma ben presto sono riuscita a farmi conoscere nei territori ed instaurare un rapporto con le persone.
Il COVID ha cambiato molto la mia attività giornaliera e ci ha obbligati a sospendere le iniziative che, con le varie figure presenti sul territorio, stavamo costruendo.
Nonostante la pandemia però la presenza dell’IFEC sul territorio è garantita giornalmente e la nostre attività sono continuate.
Quali miglioramenti e cambiamenti ti aspetti di vedere in futuro?
Quando la pandemia sarà terminata, il mio obiettivo primario è la ripresa delle iniziative che sono state interrotte bruscamente a marzo 2020: attività motorie per anziani, quelle di socializzazione e attività più ‘sanitarie’ concordate in collaborazione con il Medico di Medicina Generale.
Spero di essere sempre più una risorsa e un punto di riferimento per la comunità e i singoli cittadini.