
Mi chiamo Cristina De Marsico e mi sono laureata in economia aziendale presso il dipartimento Marco Biagi dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Il titolo della mia tesi è: “Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano: analisi dell’andamento economico di un campione di imprese del territorio.”
La parte introduttiva riguarda l’ente dell’Unione Montana, i vari comuni da cui è formata e l’ambiente che li caratterizza, ho riportato poi dati riguardanti la vita all’interno di queste zone, per esempio riferendomi alla popolazione, al lavoro, all’istruzione, al trasporto, alla salute ed al turismo.
Il centro della tesi prevede lo sviluppo dell’analisi su un campione d’aziende del territorio, i cui dati sono stati reperiti dal database AIDA, con un approfondimento su alcuni campioni di eccellenza di queste località.
Credo che il punto di forza della mia tesi riguardi però il motivo per cui ho scelto questo argomento.
Spesso, anche in passato, queste località di montagna sono state viste come punti di debolezza. Non si tratta di zone conosciute come Cortina d’Ampezzo, Madonna di Campiglio, Livigno, si tratta di paesi non molto noti, alcuni anche con pochi abitanti che però, a mio avviso, possiedono un ampio potenziale.
Frequentando l’Università di Modena è capitato più volte che i miei compagni mi dicessero: “Come mai non affitti un appartamento in città? Non ti è scomodo viaggiare tutti i giorni?” Non posso dire che la vita da pendolare sia comodissima, nel mio caso dovevo svegliarmi spesso alle 5.30, prendere la macchina anche con nebbia, neve e ghiaccio, arrivare in città e, finite le lezioni, rimettermi in viaggio per un’ora e mezzo. Farlo tutti i giorni, con traffico e stanchezza sicuramente non è semplice, ciò che però mi ha sempre spinta a voler tornare a casa era, oltre alla mia famiglia, il mio paese. Quando la sera rientravo in macchina, da sola, e poco prima della galleria della Croce, vedevo la Pietra di Bismantova mi si apriva il cuore. Ogni volta mi sentivo proprio a casa.
Mi è capitato tantissime volte di scendere dalla macchina e respirare a pieni polmoni l’aria del mio paese, mentre quando arrivavo a Modena sentivo la differenza. Era bellissimo rientrare e vedere tanto verde attorno a me, campi, boschi, prati mentre in città prevalgono il cemento e l’asfalto.
Vivere in questi territori comporta spesso anche aspetti negativi, come il fatto che molte volte i datori di lavoro, i professori, o le persone con cui ti rapporti e vivono in città, non capiscono le difficoltà di un pendolare. Ci sono meno comodità in termini di servizi, meno posti di lavoro, ma tutti questi aspetti possono poi essere elementi che fanno crescere le persone ed i giovani in modo diverso, giovani che sanno che non avranno tutto ai loro piedi, che sanno cosa voglia dire il sacrificio e l’andare lontano da casa, viaggiare ogni giorno e che non si spaventano di fronte ad un no o ad una mancanza.
Nonostante vivere in montagna implichi di frequente svantaggi, vi sono alcuni campioni di eccellenza in ambito industriale che hanno fatto grandi passi sfruttando ogni aspetto dell’aprire un’attività nelle zone dell’Appennino.
Tra questi vi è Valle dei Cavalieri, società cooperativa, nata per evitare lo spopolamento del paese di Succiso e che negli anni è riuscita a raggiungere ottimi risultati vincendo anche il secondo posto alla fiera internazionale del turismo di Madrid nel 2018; Black Studio, società di Carpineti che aiuta le imprese nella comunicazione attraverso l’uso dei nuovi media e della tradizionale comunicazione, il cui operato potrebbe localizzarla, secondo le logiche correnti, in grandi città; Elettric80, azienda che nonostante abbia la propria sede legale a Viano è stata riportata nell’analisi in quanto fornisce numerosi posti di lavoro ai giovani della montagna, collaborando anche con le scuole, e che è riuscita ad ottenere un grande successo aprendo filiali in tutto il mondo.
Oltre agli aspetti economici e alle difficoltà che spesso si riscontrano vivendo in montagna, mi preme evidenziare ciò che concerne il lato umano e la bellezza di queste zone che hanno portato molte persone, non solo ad investire in esse, ma anche a continuare a sceglierle e, nonostante il loro lavoro li abbia portati altrove, decidere di rimanere a vivere nel proprio territorio del cuore conducendo una vita da pendolari e rincasando ogni sera.
In queste zone si ammirano dei paesaggi mozzafiato, l’aria è pulita perché c’è meno inquinamento, quando il sole tramonta lo si vede sprofondare dietro ai monti e non al di là dei palazzi, c’è più comunità e vicinanza perché si conoscono quasi tutti i propri compaesani.
Una ragazza che si è trasferita in pianura mi ha detto che la cosa che più le manca della sua montagna è proprio uscire di casa per fare la spesa ed incontrare qualcuno che conosce da salutare, le è capitato spesso di uscire senza mai salutare nessuno, mentre qui succede il contrario: per fare una commissione di 5 minuti se ne impiegano 15 perché ci si ferma a chiacchierare con qualcuno.
Ci sono poi molti più spazi aperti rispetto alle città, la maggior parte delle case hai infatti un cortile in cui poter trascorrere del tempo e ciò è stato di grande aiuto anche durante il periodo della quarantena
Questi territori hanno quindi, a parer mio, moltissimi aspetti positivi.
Qualche mese fa ho letto una frase di papa Giovanni Paolo II che amava profondamente la montagna e diceva, delle Dolomiti: “Quelle montagne suscitano nel cuore il senso dell’infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime”. Ecco, queste non sono le Dolomiti, ma credo che il concetto possa essere lo stesso, quando alzi gli occhi e ammiri la natura che ti circonda, anche se hai passato una brutta giornata, all’improvviso ti senti più leggero e ritrovi la speranza in quel tramonto, in quei campi, in quei monti che si allungano verso il cielo.
Le difficoltà che si possono riscontrare vivendo in queste località possono essere viste in un’ottica innovativa che preveda la tranquillità, in questa vita sempre frenetica in cui siamo abituati al tutto e subito.
A volte bisognerebbe fermarsi a pensare all’immensa bellezza che ci circonda, ritrovare un po’i valori di una volta, della comunità, della semplicità, dell’essere felici non solo acquistando cose eclatanti o andando in campo al mondo per “staccare la spina”, ma ritrovare un’emozione e un po’ di pace anche guardando fuori dalla finestra di casa la bellezza del creato, della natura, di paesaggi che a volte sembrano dipinti di una favola incantata ed invece sono la realtà che chi vive questi territori ha la fortuna di ammirare ogni giorno.