
Sono Cecilia Rossi, da circa 12 anni lavoro nel settore del trasporto pubblico, ancora prima di laurearmi ho iniziato a lavorare come tecnico all’ufficio ricerca e sviluppo dell’azienda consorziale di trasporti della Provincia di Reggio Emilia, e in quel periodo è nata una vera e propria passione per tutto il mondo della mobilità.
Ho progettato servizi di trasporto di linea, seguito progetti di mobility management e conosciuto realtà meravigliose del nostro territorio; oggi dirigo l’Agenzia per la Mobilità, l’azienda che ha il compito di programmare il servizio di trasporto pubblico della Provincia di Reggio Emilia con la finalità di coadiuvare gli Enti Locali nella pianificazione della mobilità sul territorio.
Com’è nata l’idea di collaborare con l’Unione montana e di scrivere una strategia?
Sono sempre stata dell’idea che il trasporto pubblico debba essere rivolto a tutti con la finalità di migliorare gli spostamenti dei cittadini sotto un’ottica di sostenibilità ambientale. L’attenzione nei confronti delle nostre aree montane è nata dall’idea di migliorare questi servizi in realtà territorialmente complesse ed è con questo proposito che ho accettato con entusiasmo questa nuova sfida, con l’obiettivo di poter portare elementi di innovazione strategica e nuove opportunità.
Quali obiettivi ti sei fissato?
Il primo fra tutti è quello di garantire la vicinanza ai territori e agli Enti Locali, ascoltando e lavorando sulle esigenze di mobilità dei cittadini e dei loro rappresentanti.
Inoltre, grazie a questo progetto, vorrei riuscire a sviluppare e consolidare servizi di mobilità non convenzionali con la finalità di migliorare la fruibilità del TPL, incoraggiando un numero sempre crescente di utenti ad orientarsi al trasporto pubblico attraverso l’intermodalità e l’interscambio.
Quali miglioramenti/cambiamenti ti aspetti di vedere in futuro?
Consapevole che la sfida che questo progetto si è posto è molto impegnativa e difficile, proprio perché incardinato sulla presunzione di voler cambiare le modalità decisionali dei singoli individui, credo fermamente che a piccoli passi si possa agevolare il successo di un diverso modello di esercizio della mobilità fisica con una particolare attenzione ai caratteri socio‐culturali.